La notte del 14 aprile 1912 un giovane assistente operatore di una delle stazioni telegrafiche della Marconi Wireless Telegraph Company of America, quella di Siasconset nel Massachusetts, accolse l’SOS del transatlantico Titanic che aveva speronato un iceberg al largo di New York. Per settantadue ore ininterrotte David, ventunenne nato a Uzlian, non lontano da Minsk ed emigrato in America da bambino, fu la voce di collegamento tra i naufraghi, i soccorritori e i giornalisti.
Un’esperienza che lo portò a essere di fatto il primo radiocronista della storia, e che pose nella sua testa il seme di una serie di evoluzioni tecnologiche e culturali delle quali sarà protagonista per buona parte del Novecento. Il suo nome non è certo celebre come quello di Marconi, anche perché l’azienda per la quale comincia a lavorare come fattorino nel 1906 porta già il nome dell’italiano inventore della radio, ma a David Sarnoff dobbiamo l’idea dalla quale parte questa affascinante storia.
Lo ritroviamo infatti quattro anni più tardi, nel 1916, nella nuova veste di responsabile tecnico dell’American Marconi, mentre scrive un memorandum al suo direttore generale:
Ho in mente un piano di sviluppo che farebbe della radio un “apparecchio d’uso domestico” come lo sono il grammofono o il pianoforte. L’idea è di portare nelle case la musica attraverso la radio. Il ricevitore può avere la forma di una semplice radio music box ed essere fatto in modo da ricevere un certo numero di lunghezze d’onda diverse con la possibilità di cambiare semplicemente azionando un interruttore o premendo un bottone.
La scatola musicale avrà un amplificatore e un altoparlante telefonico incorporati. Eventi di importanza nazionale potranno essere trasmessi e ricevuti in contemporanea. Si potranno trasmettere le partite di baseball installando un apparecchio allo stadio.
Questa soluzione è particolarmente interessante per i contadini e per chi vive fuori città. Acquistando la “radio music box” essi potrebbero ascoltare concerti, letture, musica e recital.
Poche righe dentro le quali troviamo disegnata l’evoluzione comunicativa e culturale più importante dell’epoca moderna: l’utilizzo della radio come mezzo di comunicazione di massa.
Fino a quel momento la “radio” è utilizzata con lo stesso meccanismo del telegrafo, con una stazione trasmittente e una ricevente e una comunicazione da punto a punto. Ma non è tutto: in questo memorandum, che ci piace definire “la profezia di Sarnoff”, c’è l’identità della radio che nascerà da lì a qualche anno, ma soprattutto la forma prevalente di comunicazione radiofonica che si realizzerà solo dopo diversi anni e che, con tutte le evoluzioni tecnologiche del caso, arriverà fino ai nostri giorni.
(tratto da Suoni nell’Etere – 100 anni di musica e radio)