Il 14 febbraio 1979 John Peel, storico DJ di BBC 1 ospitò nel suo programma Peel Sessions una band nata qualche anno prima in pieno periodo punk, e che non aveva ancora pubblicato nessun disco ufficiale. Peel invitava ogni settimana un artista per suonare dal vivo quattro brani nuovi o ancora inediti. L’idea era nata per ovviare alla Needle time, ovvero la limitazione che i discografici avevano imposto alla trasmissione di musica da dischi già pubblicati e che è rimasta in vigore sui canali radio della BBC dal 1967 al 1988.
La band aveva da poco cambiato nome, come a segnare un punto di passaggio dal punk degli esordi a qualcosa di nuovo, abbandonando il vecchio nome Warsaw per uno nuovo, che il giovane e carismatico leader Ian Curtis aveva preso dai luoghi che i gerarchi nazisti avevano creato all’interno dei lager per gli stupri delle prigioniere da parte delle SS: Joy Division.
Qualche settimana dopo i Joy Division entreranno in studio per registrare il loro primo, celebratissimo album, Unknown Pleasures, un disco rock, con sessioni ritmiche molto tirate e chitarre gioiose, dalle atmosfere dark e dai testi molto cupi. Un disco al quale tutte le band che arriveranno dopo dovranno moltissimo. Curtis avrà difficoltà a sostenere il tour promozionale dell’album, a causa dell’acutizzarsi della sua epilessia, e questo lo farà scivolare in una profonda depressione, aggravata dalla fine del suo matrimonio. Ian Curtis si suiciderà il 18 maggio del 1980, a neanche ventiquattro anni.
La band pubblicherà in fretta l’album al quale stavano lavorando, Closer, che però non conterrà una delle canzoni registrate durante la Peel Session e che sull’onda emozionale della morte di Curtis era già stata pubblicata come singolo: Love Will Tear Us Apart. Sarà l’unico successo commerciale della band, la loro canzone simbolo, una struggente fotografia in musica della fine del matrimonio di Curtis e di conseguenza del motivo del suo suicidio. Soprattutto sarà una hit radiofonica senza tempo, con suoni e atmosfere che saranno il seme della new wave e forse, pur nella sua disperazione, una delle più belle canzoni d’amore della storia.
Decine di artisti hanno dichiarato di aver subìto l’influenza dei Joy Division per la loro musica, tra cui sicuramente i Cure, con i quali hanno diviso i palchi degli inizi, The Cult e gli Smiths.
Alla figura di Ian Curtis, inoltre, è dedicata A Day Without Me primo singolo dell’album Boy, che nel 1980 sancirà l’esordio di una band irlandese che segnerà profondamente gli anni Ottanta: gli U2.
(tratto da Suoni nell’Etere – 100 anni di musica e radio)