Simone Fattori

SUONI NELL'ETERE

Chi da giovanissimo ha avuto una bruciante passione per la musica, spesso al punto da farla diventare un mestiere, ha avuto nella maggior parte dei casi dei fratelli maggiori (sovente senza legami di sangue) che lo hanno introdotto e guidato nel mondo dei suoni.

Lester Bangs, mitologico critico musicale che per me è una stella polare (ognuno ha la sua!), o meglio Philip Seymour Hoffman che lo interpreta in Almost Famous, fornisce una suggestione precisa per descrivere quel momento iniziatico: “La musica, cioè la vera musica non solo il rock’n’roll, ti sceglie, è lì che vive nella tua macchina o quando sei solo con la cuffia, vedi ponti immensi e panoramici, hai in testa cori angelici, è un luogo diverso dal benevolo grembo dell’America.

E’ sicuramente per questo che, in genere, i grandi appassionati di musica indicano tra le ere indimenticabili della produzione musicale mondiale il periodo che va dai propri 15 ai 20 anni. Ho sentito tanti “fratelli maggiori” asserire, compunti e compiaciuti, che nulla di buono è uscito dopo il 1979. E allo stesso modo sono convinto, per quanto possa sembrare assurdo, che i quindicenni di oggi indicheranno questi anni, in futuro, come i migliori della musica mondiale. 

Con queste profonde convinzioni ho affrontato la lettura di Pop Life, nuova fatica letteraria di Luca De Gennaro, conduttore radiofonico, giornalista e disc jockey che personalmente annovero tra quei “fratelli maggiori” (ancorché virtule) solo perché il termine maestro è ormai abusato. Il sottotitolo del libro recita “1982-1986, i cinque anni d’oro della musica” ed in effetti, a scorrere la lista dei brani e degli album usciti in questo quinquennio c’è da sdoganare definitivamente i tanto bistrattati anni ’80.

Sono anni di grandi cambiamenti, tecnologici e di costume, e per questo sono un cambio di pagina netto nella lunga storia della musica moderna. Nasce Mtv, i videoclip creano nuove icone ma danno anche nuova giovinezza a protagonisti della scena del decennio precedente. La tecnologia favorisce l‘avvento di nuovi generi musicali, ma tutti sono in qualche modo novità con salde radici nel passato. 

E’ un libro con una bibliografia scarna Pop Life, e questo in genere è sintomo di racconti di prima mano, vissuti più che testimoniati dall’autore. Ed infatti Luca De Gennaro mischia ricordi personali ai grandi momenti di svolta della musica di quegli anni. Gli aneddoti sono numerosi e gustosi, così come la successione di artisti e dischi che hanno impresso il loro nome sul quinquennio lascia senza fiato. La musica esce dalla radio e finisce in tv, il vinile è minacciato dall’avvento del cd, i concerti diventano eventi oceanici fino all’apoteosi Live Aid. E tutto questo in soli 5 anni.

Il risultato è un affresco più affollato e variopinto della copertina di Sgt. Pepper’s, e la sensazione è che la riscoperta e la valorizzazione della musica degli anni ’80 non sia solo un’operazione nostalgica cara solo alla generazione che li ha vissuti, ma un atto dovuto nei confronti della completezza dell’enciclopedia della musica moderna che si va scrivendo da sola con il passare degli anni. 

Infine è un’occasione imperdibile, anche per la nostra generazione, di dire con tono grave e solenne quello che sempre Lester Bangs – che se ne è andato proprio all’inizio di quel quinquennio – dice sornione al suo giovanissimo collega: “Tu sei arrivato in un momento molto pericoloso per il rock. La guerra è finita, hanno vinto loro, distruggeranno il rock e soffocheranno tutto quello che amiamo di più.

 

 

 

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