Questa è la storia di una piccola radio pirata notturna, durata pochi mesi ma entrata nel mito. Forse perché nasceva dalle ceneri di Radio Caroline e, in qualche modo, si occupò di tenerne vivo lo spirito prima del suo tardivo ritorno.
Siamo nella seconda fase dell’epopea delle radio pirata britanniche, all’inizio degli anni ’70, e nelle acque del Mare del Nord, a poche miglia allo Stretto di Dover, naviga la Mi Amigo, una vecchia goletta riadattata (varata addirittura nel 1927 e sopravvissuta ad una guerra mondiale e a svariati naufragi), la stessa dalla quale trasmetteva proprio Radio Caroline, trasmettendo il segnale di diverse mettenti radiofoniche. Una di queste, Radio Atlantis, era di proprietà dell’uomo d’affari belga Adriaan van Landschoot, proprietario delle società Carnaby, che gestivano le omonime boutique, un’agenzia di management di artisti, gli omonimi studi di registrazione e la Carnaby Records.
Radio Atlantis trasmetteva la sua musica dalle 6 del mattino alle 21, ma durante la notte sulle sue frequenze partivano le trasmissioni di un’altra emittente. Era Radio Seagull, la prima stazione pirata con la “consapevolezza dell’Amore”, The Loving Awareness, ovvero la filosofia orientale cara al magnate Ronan O’Rahilly, proprietario di alcuni club di Londra e storico fondatore di Radio Caroline. Oltretutto O’Rahilly fonderà e produrrà un gruppo pop chiamato proprio The Loving Awareness Band, che pubblicherà l’unico album omonimo nel 1976, ma questa è un’altra storia.
Radio Seagull prendeva il nome proprio da Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, romanzo del 1970 considerato un caposaldo della New Age. Era un’emittente dal format bizzarro, ma tutto sommato in linea con i tempi: ogni notte, dalle 21 alle 5, trasmetteva insegnamenti di spiritualità e meditazione, le esperienze di non violenza del Mahatma Gandhi e le visioni profondamente antirazziste di Martin Luther King, intervallate da musica psichedelica e dalle prime lunghe suite di rock progressive. Ma tenendo fede anche alla linea anarcoide presente nel romanzo, e in assenza di precise istruzioni da parte della proprietà, i dj che la tenevano in vita (Barry Everitt, Bob Noakes e Hugh Nolan) non disdegnavano digressioni sui loro artisti preferiti, soprattutto Bob Dylan, Frank Zappa, Captain Beefheart e altre produzioni underground. Lo stesso Bob Noakes, che era stato imbarcato come ingegnere e poi lanciato in voce per sostituire altri dj malati, nelle sue memorie racconta che “la loro scelta musicale era così pesante e spesso così oscura che avrebbero potuto raggiungere solo una piccola percentuale del pubblico disponibile”.
Eppure, da luglio 1973 a febbraio 1974, Radio Seagull raccolse un suo piccolo pubblico fedele, sperimentando un format che nonostante la sua approssimazione avrebbe fatto scuola. I pochi mesi di vita dell’emittente furono oltretutto funestati da numerosi incidenti e problemi tecnici, risolti anche grazie a generose donazioni da parte di numerose rockstar, tra cui George Harrison. Ma gli affari sono affari, e il 23 febbraio 1974 la proprietà mise fine alla sperimentazione e tornò sul sicuro: sulla frequenza di Radio Seagull da quel giorno tornò Radio Caroline.
Nonostante la breve vita dell’originale, una versione moderna di Radio Seagull ancora oggi prosegue le trasmissioni da una nave, la Jenni Baynton, ormeggiata nel porto di Harlingen in Olanda. Radio Seagull trasmette in AM e può essere ascoltata on-line tramite il suo sito web.
Storia tratta da Suoni nell’etere – 100 anni di musica e radio