I working class heroes non vincono mai, ma durano nel tempo. La loro tempra regge allo scorrere delle stagioni e, come le querce del New Jersey, possono trasmettere forza e determinazione anche per 600 anni.
Se il sound di Bruce Springsteen ha accompagnato buona parte della vostra vita, Letter to You (Apple TV+) vi farà commuovere ed esaltare allo stesso tempo. Uscito quasi in contemporanea con l’album omonimo, il documentario apparentemente sembra raccontare i cinque giorni in cui il Boss e la E Street Band al gran completo, spiriti inclusi, hanno registrato in presa diretta i 10 inediti (o quasi) che compongono l’ultimo album. In realtà è l’occasione per riflettere. Sul tempo che passa, sulla voglia di comunicare con la musica che non si affievolisce neanche un po’, sulla strada percorsa e sui compagni di viaggio che non ci sono più.
La band è ancora un meccanismo che sfiora la perfezione, nonostante la scomparsa di due sue colonne, il più volte evocato Danny Federici e Clarence Clemons, sostituito nei limiti del possibile nella band dal nipote Jake. Gli scherzi e le battute non mancano, fino a che Bruce non decide di riportare l’ordine nella ciurma. Anche da queste piccole dinamiche si capisce perché è The Boss.
Tra una canzone e l’altra c’è spazio per la malinconia, agevolata dal bianco e nero e dalla neve che continua a scendere fuori dalla sala di registrazione personale di Cold Neck. C’è la rievocazione della prima band della quale Springsteen ha fatto parte, The Castiles, e della quale è l’unico sopravvissuto. E non mancano riflessioni sulla musica, che hanno sempre qualcosa di profondo e folgorante. Come quando dice: “Per me, da sempre, il pop è una meditazione chiassosa. Ognuno ha il suo modo di pregare. Io ho ridotto le mie preghiere a tre minuti e un 45 giri. Il potere del pop puro, la magnifica semplicità della melodia, una storia completa nel giro di pochi minuti. La vita in 180 secondi, o meno. Se lo fai nel modo giusto, ha il potere di una preghiera.”
Scritto dallo stesso Springsteen e diretto da Thom Zimny, “Bruce Springsteen: Letter to You” è una strabiliante prova di forza della E Street Band e uno straordinario spaccato sull’umanità e l’intimità di ogni suo componente.