Simone Fattori

SUONI NELL'ETERE

Fra tre anni, nel 2024, la radio italiana compirà 100 anni e la tv 70. Un pezzo importante della storia del nostro Paese, tanto più se si considera che prima la radio e poi la tv sono entrate in questi anni, spesso con il ruolo di protagonista, nelle vicende salienti dell’Italia contemporanea.

E’ innanzitutto la Rai a detenere e conservare questo patrimonio culturale e nell’era della condivisione non mancano occasioni per accedere e conoscere questo mastodontico racconto fatto di suoni e immagini.

Epicentro dell’archivio storico della Rai è, e la scelta non deve sorprendere, la città di Torino. E’ qui, infatti, che aveva sede la Direzione Generale e il Laboratorio Ricerche dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) quando si cominciò a considerare l’ipotesi di un museo permanente. Era il 1939 e la guerra fece tramontare il progetto, ripreso diversi decenni dopo quando l’Eiar era già diventata Rai ed era già nata la televisione.

Il Museo della Radio e della Televisione visitabile oggi a Torino, all’interno del Centro di Produzione Rai di Via Verdi 16, nasce nel 1993 ma solo dallo scorso anno ha riaperto le porte ai visitatori, in una veste tutta nuova all’interno della sala Enrico Marchesi.

Il breve viaggio nel tempo è sorprendente: attraverso l’evoluzione delle apparecchiature, tutte restaurate ed esposte con preciso senso temporale, si ripercorre la linea sonora e poi visiva dei ricordi. Dall’Araldo telefonico, progenitore della radio e dei suoi formati, fino ai moderni apparecchi Dab, passando per la scatola a molla attraverso la quale si produceva il suono dell’”Uccellino della Radio”, caratteristico della radiofonia italiana e per anni jingle di apertura di tutte le trasmissioni della Rai.

Nella parete opposta, in una atmosfera da studio televisivo (e in effetti al fondo della sala c’è uno studio perfettamente funzionante utilizzato per i collegamenti da Torino), si apre la stagione della televisione. Qui è possibile ammirare una breve carrellata di programmi storici della Rai in contemporanea su 4 apparecchi diversi, rappresentativi di altrettante epoche. E, se Il Musichiere su una tv al plasma perde molta della sua magia, vi assicuro che la clip dei Måneskin a Sanremo su un televisore degli anni ’50 fa un certo effetto.

Non mancano poi spazi ludici per i più piccoli, che possono mettere alla prove in uno studio vero le loro abilità televisive. 

Ma il vero tesoro per appassionati e studiosi di comunicazione radiotelevisiva apre i suoi scrigni attraversando semplicemente via Verdi, nello storico Palazzo della Radio: è la Mediateca Rai di Torino. 

Qui chiunque ne abbia voglio può ricercare e rivedere quanto è stato prodotto dalla Rai dalle origini ad oggi. Uno sterminato catalogo multimediale, composto da 5 milioni di ore audiovisive, oltre 155 milioni di documenti indicizzati e circa 1 milione di foto digitalizzate, accessibili gratuitamente da dieci postazioni multimediali e una sala proiezione. Infine, la Mediateca conserva più di 10.000 volumi e 90 periodici nazionali e internazionali – di cui 30 ancora editi e 60 storici – sui temi della comunicazione di massa, della pubblicità, dello spettacolo e del giornalismo.

 

 

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