Dopo cento anni di vita, la radio è ancora un mezzo presentissimo nella vita di buona metà dell’umanità. Solo in Italia, secondo l’ultima rilevazione, più della metà della popolazione, 33 milioni, ascolta la radio tutti i giorni.
Di questa centralità, con un certo ritardo, si è accorto anche l’UNESCO, che dal 2011 ha istituito per il 13 febbraio la Giornata Mondiale della Radio.
La data non è stata scelta a caso: il 13 febbraio ricorre l’anniversario della prima trasmissione radio dell’ONU, che iniziò le sue trasmissioni nel 1946.
Come ogni anno, anche nel 2021 l’UNESCO ha scelto i temi sui quali improntare le varie manifestazioni che si tengono in tutto il mondo. Quest’anno, anche per sottolineare il momento epocale che sta vivendo l’umanità, le parole chiave sono tre: evoluzione, innovazione e connessione. Perché la radio si evolve e si adatta più e meglio di altri media ai tempi che cambiano, si rinnova rimanendo uno strumento di unione in mobilità, e mette in connessione uomini con le parole e i suoni che sono il mezzo più arcaico e ancestrale che l’uomo utilizza per comunicare.
“Più che mai, abbiamo bisogno di questo mezzo umanista universale, vettore di libertà – ha scritto per l’occasione Audrey Azoulay, Direttore generale dell’UNESCO – Senza radio, il diritto all’informazione e alla libertà di espressione e, con loro, le libertà fondamentali sarebbero indebolite, così come la diversità culturale, poiché le stazioni radio comunitarie sono le voci dei senza voce. “
Tante le iniziative per celebrare questa compagna discreta e fedele delle nostre giornate. Convegni e trasmissioni racconteranno il suo potere di occupare la fantasia degli ascoltatori, di essere un punto di riferimento nei momenti difficili, un’oasi dove trovare evasione, informazione e calore.
Suoni nell’etere -100 anni di musica e radio racconta la storia di questo esaltante mezzo, e in occasione della sua festa vi fa un regalo.

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