Chi ha un passato nelle radio locali degli anni ’80 ricorda un fenomeno oggi completamente perso e dimenticato: gli adesivi delle radio. Attaccati sui diari, sulle auto, sui motorini, sugli arredi urbani (specie sui pali, dove oggi troviamo solo adesivi di artigiani e traslocatori) e addirittura conservati con cura come veri e propri oggetti da collezione.
Con i pochi mezzi a disposizione delle radio per la pur importantissima autopromozione, l’adesivo era il mezzo meno costoso e più redditizio in termini di immagine.
La pratica arriva direttamente dalle mitologiche radio pirata del nord Europa, che anche su questo hanno fatto scuola. Fu Radio Caroline, infatti, a inaugurare quella stagione, facendosi conoscere attraverso la sponsorizzazione di eventi musicali e la distribuzione di gadget e adesivi, spedendoli a casa di ascoltatori che li chiedevano attraverso le lettere. Trasmettendo da una nave ancorata in acque internazionali, infatti, Radio Caroline non aveva telefono e le lettere, unico mezzo di contatto con gli ascoltatori, erano inviate ad un fermo-posta dove un incaricato passava periodicamente a ritirarle.
La radio era considerata eversiva dal governo inglese, che però non aveva appigli giuridici per colpirla. Si colpì allora la diffusione del famoso adesivo con la campana, simbolo della radio, che tappezzava le strade e le auto inglesi. Così l’adesivo diventò il simbolo dell’appartenenza ad una sorta di associazione semiclandestina, tanto che intorno al 1975 il governo inglese lo mise al bando insieme alle magliette multandone per decine di sterline la sola esposizione.
In Italia il fenomeno fu imitato qualche anno dopo, quando anche da noi arrivarono le radio libere. E libera era anche la circolazione e la diffusione degli adesivi, che marchiavano i pali fino al punto in cui arrivava il segnale della radio. Spesso uscivano anche dalla zona di diffusione della radio, diventando quasi leggendari. E’ il caso dei primi adesivi di Radio Milano International, quelli di Studio 105 con il grande “99” della frequenza in primo piano e quello con il logo di Radio Deejay negli anni ’80.
Graficamente erano decisamente brutti, tranne rare eccezioni, anche perchè avevano la necessità di condensare in poco spazio diverse informazioni: il nome della radio, il marchio, la frequenza, il numero di telefono e, quando c’era, il claim della radio.
Non era raro che in radio arrivassero richieste di adesivi da collezionisti di tutta Italia e qualcuno anche da Francia e Germania. Erano lettere contenenti anche la busta già affrancata per la risposta e l’invio degli adesivi. Alcuni di questi collezionisti oggi possiedono collezioni preziosissime con anche 6mila adesivi diversi di radio.
E voi, ne avete qualcuno? Postatelo nei commenti.