Fare la radio è un lavoro. Lo è da diverso tempo, ma lo è ancora di più negli ultimi anni, nei quali le piccole radio di paese sono completamente sparite e tutte quelle rimaste sono delle vere e proprie aziende editoriali. E’ però un lavoro che ti offre una certa quantità di privilegi, primo fra tutti quello di avere sempre diciannove anni. O almeno la possibilità di vivere come se così fosse.
Ma è anche un lavoro che richiede disciplina, una quotidianità che non può scendere nella routine, ed anche una certa abilità a mettere da parte le proprie negatività, almeno per il tempo della diretta.
Per capire meglio cosa vuol dire fare la radio al livello più alto che c’è in Italia in questo momento, vi consiglio di leggere Fino a quando, il nuovo libro di Linus.
Pasquale di Molfetta, per tutti Linus, è l’anima di Radio Deejay dal 1984, dal ’94 è il direttore artistico e dal ’91 conduce il programma di punta dell’emittente, “Deejay chiama Italia”, con Nicola Savino tutte le mattine dalle 10 alle 12, il prime time radiofonico.
Da qualche settimana è anche il direttore editoriale del polo radiofonico del Gruppo GEDI, che oltre a Deejay annovera anche Radio Capital e M2O.
Il suo quarto libro parte da una domanda, che per primo si è posto: fino a quando avrò l’entusiasmo, la forza o anche semplicemente la voglia di andare in onda?
Parte così il racconto di una mattinata quasi tipica, se non fosse che è quella nella quale dovrà annunciare una decisione già presa e che pochi conoscono: appenderà le cuffie al chiodo.
A questa quotidianità quasi normale, a parte la neve che scende copiosa su Milano e questo terremoto interiore che sta per sprigionarsi in diretta, si intrecciano i ricordi della propria carriera, i momenti salienti, i punti di svolta, pubblici e privati.
Perchè per Linus il privato è pubblico. Ha l’abitudine di condividere in onda i momenti più divertenti, ma anche quelli drammatici della sua vita privata.
Del resto c’è un passaggio del libro che lo può rappresentare tutto: “Un programma radiofonico è come un film: c’è una storia e c’è la colonna sonora, ci sono gli attori e c’è il pubblico, c’è la cronaca e la fantasia. E, perché no, c’è anche una versione sublimata di noi stessi, vera ma filtrata in modo da somigliare il più possibile a quella di chi ascolta. E nella quale non devono, non possono entrare tutti i sentimenti negativi che invece riempiono la vita di tutti. Tutto succede in diretta, senza rete, solo con una grande sincronia.”
Tanti sono gli aneddoti, le facce note e meno note che si incontrano. E anche quelle che ci sono per forza in quella storia ma non appaiono. Ed è una storia da sorseggiare tutta d’un fiato.
Per un ascoltatore assiduo del programma di Linus, l’altalena emotiva porta prima a temere che questo libro sia il preludio all’annuncio vero, poi via via si ha l’impressione che sia un sasso gettato nello stagno per vedere l’effetto che fa, e infine… No spoiler.

bravo, ma troppo presente.
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