E’ una delle canzoni più conosciute della storia della musica, un inno di speranza che spesso è tornato utile per illuminare momenti storici bui, come quello che stiamo vivendo. Ma non tutti conoscono la storia di Imagine, brano che da il titolo e apre il secondo album da solista di John Lennon.
La canzone uscì nel 1971, ma conquistò la sua fama con il tempo, perché all’epoca scatenò opposte fazioni: amata da quelli che amavano Lennon per la sua attività politica insieme a Yoko Ono, odiata da quelli che per gli stessi motivi li odiavano.
La canzone è considerata universalmente un inno pacifista, ma è in realtà una preghiera laica, utopica, che auspica il superamento dei confini geopolitici, delle religioni organizzate, delle classi sociali, per sostituirle con l’armonia universale. Lo stesso Lennon in un’intervista disse: “Immagina che non esistano più religioni, nazioni, o politici: è virtualmente il manifesto del partito comunista”.
La sua inconfondibile melodia, forse per il massiccio utilizzo degli archi, era inusuale per la produzione del periodo di John, al punto che arrivò a dire che era “coperta di glassa” e quindi perfetta per il grande pubblico. Appena preso atto del grande successo commerciale del singolo, che resta il più venduto della sua carriera, Lennon rincarò la dose, dichiarando: “Adesso capisco come bisogna fare. Dare i propri messaggi politici insieme a un po’ di miele”.
Il messaggio, in ogni caso, o quanto meno l’espediente espressivo di evocare l’immaginazione dell’ascoltatore, lo aveva preso in prestito da una poesia di Yoko Ono, anche se la consorte non figura tra gli autori, ma solo tra i produttori del brano, insieme a Phil Spector, l’inventore del “wall of sound”.
Il suo status di inno pacifista lo conquisterà soprattuto dopo l’8 dicembre 1980, quando Mark Chapman, poche ore dopo averlo incontrato ed essersi fatto autografare l’ultimo album, sparò a John Lennon davanti alla sua casa di New York di fronte a Central Park.
Resta una buona fonte di ispirazione, o una buona base di ripartenza quando si ha la stringente necessità di reinventarsi il futuro.
Sempre che non la troviate sorpassata.